• “Di sport, di vita e di altre sciocchezze” - GIOVEDì 28 LUGLIO ORE 20.45
    26 luglio 2016 Giovedì 28 luglio alle 20.45 presso la sede del Parco dei Colli, via Valmarina, 24123 Bergamo, gli ospiti Emilio Previtali e Lucio Bazzana, si racconteranno in una serata, dal titolo “Di sport, di vita e di altre sciocchezze”.

    Sarà l`occasione per ascoltare, le loro storie che uniscono la loro grande passione per lo sport - inteso non solo come semplice gesto atletico - al loro sentiere profondo ed autentico.

    Con l`intento di anticiparvi e farvi conoscere i nostri ospiti, seguono biografie e parole di entrambi i nostri ospiti. 

    INGRESSO LIBERO 

    LUCIO BAZZANA

    Lucio Bazzana, più volte nazionale e medagliato ai mondiali su ultra-distanze, con all’attivo un bell’elenco di primati nazionali, dalla 24 ore indoor (359,819 km) alle 1000 miglia su strada (14 giorni 7:23:08), nel 2014, dal 30 maggio al 7 settembre è andato a scoprire – “chiudendosi” in una pista d’atletica di 400 metri - la risposta a questa domanda:  “Quale distanza riesce a coprire nell`arco di cento giorni consecutivi l`homo sapiens nel 2014?”. La risposta che ne conseguì fu: 8260,754 KM, ovvero lo sviluppo metrico dato da 20651 GIRI di pista e 354 metri. Di quei giorni un`intervista ed in particolar modo una domanda, lo interrogava sulla destinazione della sua corsa dei 100 giorni. Questa la sua romantica risposta:
     
    “Io volevo solo andare alla ricerca dei miei limiti, per affermare poi che in fin dei conti non ci sono limiti. Senza alcuna presunzione: ognuno va dove lo porta la testa, più che il cuore. Se la testa è spenta, non si va da nessuna parte… E poi guardati intorno, guarda che bella questa situazione: siamo qui, io e te, a parlare in piena notte, girando intorno ad una pista di atletica. Quando tutto sarà finito continuerò a ripetere: non portatemi fuori, lasciatemi qui, io sto ben qui. Fuori da questa isola di felicità – o per qualcuno di dolore – nel resto del mondo è la guerra…”

    AUTOBIOGRAFIA
     
    Nasco a Cene in Valle Seriana, il 26 luglio 1954 e sono un atleta praticante, agonista e non solo, da circa 47 anni, risiedo ora a Bergamo nel quartiere di Longuelo.
     
    Artigianprecario per forza e celibe per scelta, ho una figlia, Silvia di 37 anni, atleta anche lei come il compagno Marco di 40 anni e due nipoti: Lorenzo di 7 e Giulia di 3 anni.
     
    Ho un passato di curva, di metalmeccanico, di netturbino, di sindacato. Sono stato cacciato un po` da tutto ma mi reputo tuttora un "animale politico", ovvero un "essere pensante". Sono anche uno dei fondatori della societa` "Fo` di pe" anche se attualmente sono tesserato per il "Road Runners Club Milano".
     
    Nel settembre 1969 partecipo alle prime gare di corsa e quattro anni dopo, con la partecipazione al "Giro del lago Sebino" - 66 km attorno al lago d`iseo – faccio il mio esordio nelle cosiddette ultramaratone.
     
    Ho coltivato la mia passione con metodicità e costanza nonostante gli impegni lavorativi e sociali che via via si presentavano e che tuttavia scoprivo "complementari" alla crescita dell`atleta. Un filo rosso che attraverso la vita ha innescato una curiosità quasi ossessiva all`individuazione delle potenzialità fisiche e mentali di cui sono/siamo capace/i. 
     
    Mi sono quindi spinto a "sperimentare" praticamente, sia sulle distanze brevi che sui tragitti lunghi, gli accessi possibili all`oltre, avendo come limiti solo quelli imposti dai costi economico/pratico, correndo quindi su ogni terreno e in tutte le situazioni possibili e immaginabili, accumulando esperienze finalizzate a dissetare l`impellenza di "capire cosa si prova".
     
    Ecco, ora posso anch`io rassicurarmi col dire "so di non sapere".
     
    EMILIO PREVITALI

    Avventura è

     
    Ogni avventura comincia con una rinuncia. Nell’alpinismo, nella grande esplorazione ma anche nelle cose di tutti i giorni. La bici al posto della automobile. Uno zaino più leggero. Una valigia più piccola. Un telefono perso per strada e il viaggio che prosegue. Il telemark fa della rinuncia alla sua forza, rinunciare al tallone fisso significa in realtà compensare con l’inventiva, con la tecnica, con la resistenza, con la sopportazione e certe volte con niente quindi adattandosi, l’assenza della talloniera. 
     
    Cominciare qualcosa con una rinuncia, fissando un limite, è la porta di ingresso per accedere al regno della avventura. In fondo lo sappiamo tutti benissimo: basta la sensazioni di non avere più niente da perdere, le aspettative si abbassano e improvvisamente ci sentiamo liberi. 
     
    E’ che siamo pigri. La libertà in fondo non è altro che il risultato di una ricerca. Quello della rinuncia, del fare di più con meno cose, è un metodo. Una tecnica. Uno stile. Un modo di stare al mondo.
     
    BIOGRAFIA
     
    Bergamo, 1967. Geniale e autentico personaggio del mondo della montagna, ama l’avventura e la ricerca dei propri limiti attraverso l’azione sportiva. E’ alpinista, arrampicatore, telemarker e sci-alpinista, pratica il triathlon di lunga distanza e ama fare sport e gareggiare in tutti gli angoli del mondo rimettendosi ogni volta in gioco con nuove sfide pur rimanendo fedele alla propria visione delle cose. Alpinista e sciatore insieme, ha compiuto salite e discese in tutti i continenti nei modi più fantasiosi e sempre con la stessa bravura e leggerezza. Ama egualmente la scrittura e la narrazione in tutte le sua forme e raccontare le proprie avventure in prima persona. Scrive oltre che di montagna anche di ciclismo, per la radio e per qualche giornale. E’ papà di tre ragazzi ormai grandi. Ha ideato e fondato la rivista FREE.rider magazine che ha diretto dal 2000 al 2009; E’ stato ideatore e curatore del “The North Face STORY.teller yearbook” e fondatore dell’omonimo Collective. E’ stato 27 volte Ironman e LD Triathlon finisher, è Maestro di Sci e Istruttore di Snowboard, ha partecipato al Camel Trophy come membro del team italiano e recentemente circola. Suoi sponsor sono: The North Face, Scott, Ortovox. Non ama le definizioni e la elencazione di imprese e se chiedete a lui si riassume nella definizione del suo profilo Twitter: “I’m a child running in a meadow. A snowflake. A splash of mud. A rolling stone. This is who I am.” (Sono un bambino che corre in un prato. Un fiocco di neve. Una spruzzata di fango. Una pietra che rotola. Questo è ciò che sono). Nell’inverno 2014 con due compagni ha tentato la prima salita invernale del Nanga Parbat raccontando quotidianamente attraverso il web dal campo base la sua spedizione, il progetto di narrazione multimediale ha ricevuto il Golden Beard Award quale miglior progetto di storytelling 2014. Ha sciato a telemark dalla cima del Denali a 6194m e fatto snowboard sugli 8000 himalayani Cho-Oyu e Shishapangma oltre che su varie montagne in tutti i continenti.
    galleria fotografica